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Guerra in Ucraina: trattori fuori rotta
08.03.2022, Cooperazione internazionale
Anche se siamo ancora sotto choc per la guerra in Ucraina, gravi conseguenze si profilano già per i Paesi in via di sviluppo ed emergenti.
I Paesi in via di sviluppo che esportano petrolio o materie prime metalliche fruiscono del rincaro dei prezzi. Certi produttori di petrolio africani, che erano sull’orlo del fallimento per via del covid, possono ancora evitarlo. Se l’aumento del prezzo del petrolio tocca chiaramente anche numerosi Paesi in via di sviluppo che dipendono dalle importazioni di energia, l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari è molto più immediato e grave. L’Ucraina è – o bisognerebbe dire era – il quinto principale esportatore di cereali – 80% delle importazioni di mais cinesi provenivano da questo paese. Da adesso a fine aprile bisognerebbe seminare, ma i campi sono bombardati e, come ha scritto il ministro ucraino dell’Agricoltura, Oleg Ustenko, sul “Financial Times”: “ I nostri trattori dovrebbero arare i campi e sfamare il mondo, invece di passare il tempo a rimorchiare materiale bellico russo rotto.”
La perdita della raccolta ucraina è una cosa; l’altra, è l’aumento prossimo dei costi di produzione agricola nel mondo, o la diminuzione delle rendite per via dell’esplosione dei prezzi dei fertilizzanti. La Russia è il primo esportatore mondiale di azoto e potassio (con la Bielorussia) e il secondo produttore di fosforo. Certo l’azoto può essere estratto dall’aria dappertutto, ma ci vogliono ingenti quantità di gas naturale. L’anno scorso, la produzione europea di fertilizzanti azotati è già diminuita del 40% per via dell’aumento dei prezzi del gas. Se i prezzi del gas naturale esplodono, il fertilizzante azotato diventerà inabbordabile.
Quindi, anche i grandi produttori agricoli come il Brasile non potrebbero beneficiare dell’aumento dei prezzi, dato che i dollari che guadagnano con le esportazioni di mais e soja sono ingoiati da costi d’importazione molto più alti – il Brasile importa fertilizzanti soprattutto dalla Russia. La guerra in Ucraina rende più urgente che mai non solo l’abbandono delle energie fossili, necessaria in termine di politica climatica, ma anche il superamento dell’agricoltura industriale, necessaria anch’essa.
Per via degli effetti della pandemia, 100 milioni di persone supplementari vanno a dormire con la pancia vuota. La situazione è particolarmente esplosiva nel Vicino Oriente e in Egitto, la cui popolazione dipende in gran parte dall’importazione di cereali. Non bisogna dimenticare che l’aumento speculativo dei prezzi dei cereali dopo cattive raccolte in Ucraina e in Russia nel 2011 è stato uno degli elementi che hanno innescato le guerre civili in Libia e in Siria. Le guerre generano le guerre.
Ci vuole una società civile forte
La guerra mostra molto direttamente l’importanza della società civile per portare soccorso rapidamente e canalizzare ragionevolmente la grande generosità della popolazione in Europa. I membri di Alliance Sud danno un contributo importante all’aiuto d’urgenza in Ucraina e alla gestione dei rifugiati nei paesi limitrofi e in Svizzera. Per quanto riguarda la Russia, essa dimostra in modo drammatico le conseguenze dell’aver ridotto al silenzio da anni la società civile, quando rimane solo un pugno di manifestanti che finiscono in prigione o sono costretti a scappare.