Opinione

Due giornate d’estate mentre la guerra continua

05.07.2022, Cooperazione internazionale

Ignazio Cassis si è davvero rimboccato le maniche per organizzare la "sua" conferenza di Lugano sull’Ucraina. È giunto il momento che il Presidente della Confederazione mostri la stessa energia anche nella lotta contro la crisi alimentare globale.

Marco Fähndrich
Marco Fähndrich

Responsabile della comunicazione e dei media

Due giornate d’estate mentre la guerra continua
La "Dichiarazione di Lugano" è solo un tassello per promuovere una società pacifica e inclusiva orientata allo sviluppo sostenibile in Ucraina (Obiettivo 16 dell'Agenda 2030).
© Alliance Sud

Dopo tutte le incertezze e discussioni che hanno preceduto la conferenza per la ricostruzione dell'Ucraina, alla fine dei due giorni di incontri e sorrisi i diplomatici svizzeri si saranno probabilmente dati una pacca sulla spalla, anche se i grandi nomi della politica mondiale hanno saltato l’appuntamento di Lugano. Non c'è da stupirsi, visto che anche il ministro degli esteri Cassis nelle scorse settimane aveva declinato l’invito alla conferenza internazionale contro la crisi alimentare a Berlino. La "Dichiarazione di Lugano" ha comunque raggiunto un obiettivo importante e ha fissato le condizioni politiche per la ricostruzione democratica dell'Ucraina, in cui la società civile internazionale e locale svolgerà un ruolo centrale.

La fine della guerra sembra però ancora lontana e fino ad allora la ricostruzione non potrà essere affrontata in modo completo e sostenibile. È quindi necessario alleviare il più possibile le drammatiche conseguenze, in Ucraina e a livello globale. Anche in Svizzera c'è molto da fare, visto che alcune pratiche nefaste della sua piazza finanziaria e del suo commercio di materie prime alimentano guerre e corruzione altrove. Ciò vale in particolare anche per Lugano, dove negli ultimi anni la crescente ed economicamente allettante presenza russa solo di rado è stata fonte di una riflessione critica.  

La popolazione vuole più cooperazione internazionale

La popolazione svizzera ha dimostrato grande solidarietà per l'Ucraina: finora ha fornito quasi 300 milioni di franchi svizzeri tramite donazioni alle organizzazioni umanitarie. Sebbene la Svizzera ufficiale abbia annunciato a Lugano di voler raddoppiare la cooperazione bilaterale a 100 milioni, è inaccettabile che questo denaro provenga dall'attuale bilancio della cooperazione internazionale. Il parlamento elvetico vuole utilizzare due miliardi in più all'anno a partire dal 2030 per il proprio esercito; ma per una politica della pace globale, come auspica la maggioranza della popolazione, i politici non sono disposti a mettere mano al borsellino. Per quanto sia importante sostenere la ricostruzione e la popolazione civile in Ucraina − 50 "milioncini" aggiuntivi non sono certo sufficienti − è fondamentale che questo denaro venga speso in modo aggiuntivo e non a spese di contributi altrettanto urgenti in altri Paesi.

Agenda troppo piena per l'Agenda 2030?

A New York è iniziato questa settimana il Forum politico di alto livello sull'attuazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Agenda 2030). Purtroppo, il Presidente della Confederazione non sarà presente sul posto perché, a quanto pare, lo attendono cose più importanti. Speriamo che Cassis trascorra il suo prezioso tempo pensando a una promozione della pace globale e che si goda qualche giorno d'estate in Collina d’Oro. Qui, come noto, visse anche il Premio Nobel per la letteratura Hermann Hesse, che poco dopo la Prima guerra mondiale scrisse un testo intitolato “Una giornata di estate al sud”, nel quale la guerra appena terminata sembrava ormai già un lontano ricordo.