A lezione di storia s’impara che i progressi scientifici figurano nelle note a piè di pagina. Recentemente ho avuto il piacere di constatare che questo vale anche per la Berna federale. In una nota a piè di pagina del piano finanziario di legislatura, l’Amministrazione federale delle finanze sottolinea la discrepanza tra lo standard internazionale sulla sostenibilità del debito e la prassi svizzera.
In franchi, nonostante la pandemia, nel 2022 il debito era inferiore rispetto al periodo 2002-2008, quando la Svizzera non era affatto in crisi. In ogni caso, non è il debito assoluto a essere decisivo, ma il suo rapporto rispetto al prodotto interno lordo. Quanto è elevato dunque questo tasso? Diamo un’occhiata all’ultima edizione delle cosiddette Basi della gestione finanziaria della Confederazione, una pubblicazione dell’Amministrazione federale delle finanze destinata alle e ai parlamentari. Nel 2022 il tasso d’indebitamento, secondo la definizione dell’UE, era del 26,2% e il tasso d’indebitamento netto, calcolato secondo il metodo del Fondo Monetario Internazionale (FMI), del 15,3%. Tuttavia, secondo il piano finanziario di legislatura (pubblicato un mese dopo le Basi citate), il tasso d’indebitamento netto era pari al 18,1%. Evidentemente non sono solo il Dipartimento della Difesa e il capo dell’esercito ad avere problemi con le cifre.
La ministra delle finanze Karin Keller-Sutter ha dichiarato alla NZZ che il freno all’indebitamento è il suo migliore amico. A noi invece sembra che il freno all’indebitamento sia più simile a Tremotino, che nella fiaba dei fratelli Grimm canzona beffardo: «Nessuno lo sa, nessuno lo sa...». Tuttavia – e questa frase non si potrà mai ripetere abbastanza – indipendentemente dal modo in cui si misura il tasso d’indebitamento della Svizzera, bisogna riconoscere che è ancora ridicolmente basso rispetto agli standard internazionali.
I benefici di un basso indebitamento compensano i suoi costi? È ciò che si chiede Marius Brülhart, professore di economia politica all’Università di Losanna. Poiché ridurre il debito non è gratis. Come sottolinea il professore, ogni franco utilizzato per rimborsare il debito pubblico è un franco che non è disponibile per altri servizi pubblici. E lo scrive sulla rivista di politica economica della SECO. Anche il presidente del Centro Gerhard Pfister ha capito il messaggio, propugnando un finanziamento straordinario per i costi legati all’Ucraina (rifugiati e ricostruzione).
C’è quindi un barlume di speranza all’orizzonte? Urge un ripensamento, poiché il tasso d’indebitamento è il miglior amico della cooperazione internazionale. Grazie ad esso, la Svizzera può facilmente permettersi di contabilizzare i costi degli aiuti all’Ucraina come spese straordinarie, salvando così la cooperazione allo sviluppo nei Paesi del Sud globale.
Pubblicato sul Corriere del Ticino il 3 aprile 2024