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Comunicato stampa
COP29: finanziamento climatico, i fondi pubblici sono l’unica via
07.11.2024, Giustizia climatica
Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici “COP29” che si terrà dall’11 al 22 novembre a Baku si discuterà di bilioni, ossia l’entità di fondi necessaria nel Sud globale per ovviare agli effetti gravosi della crisi climatica e porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili. La Svizzera non può più attendere gli investimenti privati: deve contribuire a un obiettivo di finanziamento nettamente più elevato impiegando fondi pubblici.
2400 miliardi di dollari. Anche il Consiglio federale cita questa cifra stimata da un organo di esperti delle Nazioni Unite per quantificare il finanziamento annuale necessario per attuare l’Accordo di Parigi sul clima nel Sud del mondo entro il 2030. Una cifra che illustra l’enorme lacuna lasciata dall’attuale obiettivo di 100 miliardi per il finanziamento climatico nel Sud globale.
“È ovvio che per il nuovo obiettivo di finanziamento collettivo che verrà adottato alla COP29 sono necessarie dimensioni completamente diverse rispetto al passato”, commenta Andreas Missbach, direttore di Alliance Sud, centro di competenza svizzero per la cooperazione internazionale e la politica di sviluppo. La società civile internazionale chiede almeno 1000 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici per il clima all’anno. Per la riduzione dei gas serra, ad esempio, bisogna sostenere i Paesi più poveri fortemente indebitati che finora sono riusciti a pagare i loro interessi unicamente con i proventi dell’estrazione di petrolio o di gas.
Ma occorrono fondi pubblici in particolare anche per l’adattamento alle mutate condizioni climatiche. “In ogni Paese, a essere maggiormente colpite dalla crisi climatica sono le fasce più povere della popolazione. Proteggerle e sostenerle è un obbligo globale e non un business case”, sostiene Christina Aebischer, esperta climatica di Helvetas. Un’altra grande priorità per le delegazioni del Sud globale è costituita dall’inclusione dei danni e delle perdite dovuti al clima nel nuovo obiettivo di finanziamento climatico. Anche in questo caso è imperativamente necessario stanziare fondi pubblici. “Sulla base del principio del chi inquina paga, sarebbe da tempo necessario che anche i Paesi ricchi forniscano finanziamenti per coprire i danni dovuti ai cambiamenti climatici”, aggiunge Bettina Dürr, esperta climatica di Azione Quaresimale.
La Svizzera, invece, confida negli investimenti privati per trasferire il denaro necessario al Sud globale, non tenendo conto del fatto che nel caso dei flussi finanziari privati il denaro finora è fluito piuttosto dal Sud al Nord a causa dell’evasione fiscale e degli alti tassi di interesse. “Se l’unica risposta alla lacuna di finanziamento è costituita da vaghe promesse di investimenti privati, questo non aiuta le comunità colpite del Sud globale. Non è moralmente accettabile perché queste persone, che non hanno concorso in alcun modo alla crisi climatica, sono le prime a soffrirne”, dichiara Andreas Missbach.
Al contempo, i Paesi non devono perdere di vista la riduzione delle emissioni. Lo scorso anno, alla COP28 di Dubai, la comunità internazionale aveva deciso di procedere a un abbandono graduale dei combustibili fossili. All’inizio del 2025, tutti i Paesi dovranno presentare i loro nuovi obiettivi climatici, i contributi stabiliti a livello nazionale (NDC, “nationally determined contributions”). Negli NDC i Paesi devono definire come intendono attuare le risoluzioni di Dubai. In occasione della COP29 si traccerà la rotta da seguire. È fondamentale che in particolare i Paesi ricchi diano l’esempio ed illustrino concretamente i loro piani per l’abbandono graduale dei combustibili fossili. “Una transizione energetica rapida e socialmente giusta è imperativa e dovrebbe essere utilizzata come motore di sviluppo per le comunità trascurate. La Svizzera deve fornire il suo contributo in tal senso”, sostiene David Knecht, esperto climatico di Azione Quaresimale.
Nota: Delia Berner, esperta in politica climatica internazionale di Alliance Sud, è membro della delegazione negoziale ufficiale della Svizzera in qualità di rappresentante della società civile e sarà a Baku dall’11 novembre.
Per ulteriori informazioni:
Alliance Sud, Marco Fähndrich, responsabile dei media, tel. 079 374 59 73, marco.faehndrich@alliancesud.ch
Azione Quaresimale, Bettina Dürr, specialista energia e giustizia climatica, tel. 079 745 43 53 (tramite Signal o WhatsApp), duerr@fastenaktion.ch. Bettina Dürr osserverà a Baku i negoziati sul finanziamento climatico e sul bilancio globale (Global Stocktake).
Azione Quaresimale, David Knecht, specialista energia e giustizia climatica, tel. 076 436 59 86 (tramite Signal o WhatsApp), knecht@fastenaktion.ch. David Knecht osserverà a Baku i negoziati sulla mitigazione e gli NDC nonché sui meccanismi di compensazione del CO2.
Helvetas, Katrin Hafner, coordinatrice delle relazioni con i media, tel. 044 368 67 79, katrin.hafner@helvetas.org. Di Helvetas Christina Aebischer sarà a Baku come osservatrice.